Filippo Dal Fiore

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BLOG in italiano

Accidenti al traffico

September 21, 2011 No Comments»
traffico

8.45 di mattina, zona industriale di Padova: fine della corsa.
Una lunga coda di macchine si dispiega davanti a me. Anche in immissione da destra. Anche a sinistra. Vale forse la pena spegnere il motore della mia Y, che intanto continua ad emettere emissioni nocive: CO2 , PM10, NO2, CO…
Come in un film, immagino di poter “congelare” questo istante e mi chiedo che cosa induca ciascuna di queste persone chiuse come me dentro la propria scatola di automobile a trovarsi proprio qui, adesso, alle 8:46 e 21 secondi, in Via Uruguay. Provo a pensare a una serie di ragioni concomitanti:

- le agende personali: c’e’ chi sta andando in ufficio, chi porta il bimbo a scuola o va a fare la spesa, chi si appresta a uscire dalla citta’ per uno spostamento di lavoro;
- gli orari “sociali” della citta’: aperture e chiusure degli esercizi commerciali, delle scuole, degli uffici, delle strutture ricreative e sportive;
- i luoghi di abitazione, lavoro e attivita’ terze di coloro che si spostano, posizioni che determinano i loro tragitti;
- la conformazione della citta’, degli isolati, delle strade: tutti noi stiamo spostandoci da un’origine a una destinazione, utilizzando le strade a nostra disposizione. A loro volta queste strade risentono della conformazione della citta’: posizione, forma e contiguita’ di isolati, aziende, parchi, edifici;
- la disponibilita’ e la posizione dei parcheggi;
- la disponibilita’ e attrattivita’ di mezzi di trasporto alternativi: autobus, biciclette, treni, taxi, piedi;
- la possibilita’ di sostituire il viaggio con la comunicazione a distanza: via telefono e via Internet.

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Tributo alla Grecia

September 1, 2011 No Comments»
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I motori si fanno roboanti, l’acqua del mare gorgoglia impetuosa in coda alla nave, un goffo testacoda ci proietta faccia a faccia con la terraferma. Di fronte a noi, il porto di Igoumenitsa.

Le vetture cominciano lo sbarco, mentre dal ponte i passeggeri contemplano la Grecia: montagne aspre e scoscese rivestite di macchia bassa e compatta, nuvole scure e minacciose, mare blu e spesso, scogli precipitati in mare; trambusto cittadino, truck scoperchiati, case non finite cinte da enormi terrazze, polvere, selva di cartelli pubblicitari pieni di fotografie e alfabeto greco, senso di Middle-East. Uno scenario paesaggistico drammatico, un biglietto da visita spettacolare per i viaggiatori che si sono lasciati alle spalle le lunghe e timide colline di Ancona, con la sua armonia equilibrata di luci e colori.

Noi rimaniamo a bordo, proseguiamo in direzione sud, dove ci attendono i coni “vulcanici” del golfo di Patrasso congiunti dal monumentale arco di Rion-Antiron, miracolo della tecnologia e ponte strallato piu’ lungo al mondo. Sbarchiamo. La luce abbacinante del Peloponneso e l’autostrada E55, in cui le macchine gareggiano e ti costringono in una spuria corsia di emergenza, ci ricordano cosa possa significare scendere sette gradi di latitudine nella pancia del Mediterraneo.

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Sulle fratture della globalizzazione, in Brasile

August 30, 2011 No Comments»
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Un pungente odore di muffa pervade la stanza, i vecchi mobili in legno appaiono contriti dall’umidita’ dell’equatore. Fuori Belem, metropoli brasiliana porta d’ingresso dell’Amazzonia. Ancora ho negli occhi il paesaggio che ha deliziato il mio atterraggio: il delta del rio delle Amazzoni, fiumi marroni disegnati a serpentina sulla distesa verde della foresta vergine, scura e compatta. Da qualche tempo Manaus ha soppiantato Belem nei collegamenti aerei internazionali, cosi’ che per arrivarci dall’emisfero boreale la maggior parte dei viaggiatori scende fino al tropico del Capricorno, a San Paolo, per poi risalire a 1.4 gradi sotto l’equatore.

Questa zona del nord del Brasile e’ talmente fuori rotta che fino agli anni sessanta Belem intratteneva la maggior parte dei suoi scambi commerciali direttamente con l’Europa piuttosto che con il Brasile urbano del Sud e Sud-est. Ancora oggi, come non mai, gli affluenti piu’ reconditi del Rio delle Amazzoni vengono utilizzati a due sensi di marcia per il contrabbando diretto tra paesi produttori e paesi consumatori: droga e legname da Colombia e Peru’ verso l’occidente; armi nella direzione opposta.

Sono a Belem per un incontro di lavoro con la Vale, una multinazionale mineraria che nello stato brasiliano del Para’, a Carajas, gestisce uno dei piu’ grandi giacimenti del mondo: ferro, manganese, rame, oro. Negli ultimi anni il fatturato della Vale e’ esploso in modo direttamente proporzionale alla domanda industriale della Cina, divoratrice di materie prime sui mercati globali. Indirettamente, e’ decollato anche il PIL del Brasile, un paese che nel frattempo sembra avere beneficiato di alcune politiche sociali innovative e di successo. Si pensi al programma “Bolsa Familia” di Lula: trasferimenti diretti di denaro alle madri di famiglia, con discrezione totale nel suo utilizzo a patto che i figli vengano mantenuti a scuola.

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Cambiamenti climatici: scienza contro media?

June 2, 2011 No Comments»
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“Cool it! Un documentario dell’autore dell’Ambientalista Scettico”. Il poster appeso alla parete richiama la mia attenzione: a suo tempo, le dichiarazioni di Bjorn Lomborg sul fallimento del summit di Copenhagen mi avevano sopreso per il piglio pragmatico e contro-corrente…Sono in aereo, di ritorno in Italia da Washington, e noto che la persona seduta davanti a me sta leggendo “The skeptical environmentalist”. Lo chiedo a prestito per dedicarci la traversata nord-oceanica.

Pubblicato nell’ormai lontano 2000, si tratta di un’analisi trasversale delle piu’ pressanti questioni globali legate all’ambiente (acqua, energia, inquinamento, sovrappopolamento, biodiversita’), viste attraverso gli occhi del professore di statistica. Prima di ogni teoria, interpretazione o reazione emotiva, precedenza ai numeri che descrivono il fenomeno; prima di ogni conclusione sull’andamento attuale delle cose, il confronto con i dati del passato.

Ne emerge un report volutamente ottimista e confortante sullo stato del mondo: secondo Lomborg, i problemi attuali vengono gonfiati a dismisura dai media e da quegli istituti di ricerca i cui finanziamenti sono proporzionali alla gravita’ percepita dei problemi stessi. Al contrario, i dati scientifici piu’ omnicomprensivi ci ricordano da un lato che le risorse limitate del mondo – si pensi per esempio a foreste e acqua dolce – rimangono in misura complessiva enormemente abbondanti (anche se molto piu’ scarse in quelle aree in cui si e’ deciso di espandere gli insediamenti umani). Dall’altro che il trend storico di fenomeni quali l’inquinamento atmosferico urbano e’ positivo, in quanto rispetto a un tempo e’ diminuita la concentrazione e cambiata la tipologia di sostanze inquinanti negli scarichi industriali e delle automobili (anche se sono aumentate il numero di citta’ inquinate).

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Go beyond borders: l’ascesa della nuova classe globale

May 11, 2011 No Comments»
CNN GO BEYOND BORDERS

Canale 516 di Sky: CNN international.
Arriva il momento del promo della rete e le facce degli anchor internazionali si alternano ad enunciare il motto CNN: “Go beyond borders!”, ovvero “spingiti oltre i confini”. A giudicare dai loro nomi e cognomi, essi stessi rappresentano uno straordinario ventaglio di provenienze culturali e nazionali: sono il volto della globalizzazione. Poi sfoglio recenti numeri dell’Economist e dell’Atlantic e leggo dell’ascesa finanziaria e reputazionale della “classe globale”: una sempre piu’ folta elite multilingue e in costante mobilita’, che valorizza merito, idee, progresso ed efficienza.

Sono imprenditori, manager e ricercatori che pilotano l’economia globale verso i settori creativi del futuro: competitivi, irriverenti verso l’ordine costituito e spesso fondamentalisti sulla valorizzazione del talento e del potenziale. Imprenditori di se’ stessi e on-line 24 ore su 24 ore, sono i promotori della cultura americana delle aziende start-up: buttati, rischia, dai tutto, fallisci, vinci e fai del tuo lavoro una missione di vita. Sono intelligenti e amano giocare all’”out-smarting”, al lasciare al palo l’avversario a furia di colpi di genio. Il loro lavoro e’ fatto di altissima tecnica e altissima tecnologia, ed e’ indispensabile che queste rimangano focus assoluto della loro attenzione professionale e spesso anche personale. L’inefficienza, la pigrizia e lo spreco sono il nemico da combattere; il pragmatismo e’ l’unica filosofia possibile, in un’arena competitiva globale tanto dinamica e agguerrita in cui non c’e’ piu’ tempo per pensare. Accumulano migliaia di miglia aeree, si connettono ovunque al Wi-Fi, conducono videconferenze dagli aeroporti, guardano a Google e a Apple come massimi modelli da imitare, perche’ hanno prodotto “world-changing technologies”. Il loro obiettivo ultimo e’ cambiare il mondo, tutto il mondo, attraverso nuove tecniche e tecnologie tanto potenti da superare i limiti dell’uomo.

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