Filippo Dal Fiore

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Scienza e tecnologia al servizio del mondo

October 25, 2010 No Comments»
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Il treno sguscia sornione tra valli e gallerie, con una dolcezza che ben si addice al paesaggio alpino ma ben poco all’importanza del percorso. Occorrono oltre 4 ore per raggiungere Villach da Vienna: tante se rapportate ai Km, perfette per approfondire una riflessione.

Sono reduce da due giornate a seguito di un gruppo di accademici austriaci, per convincere il governo locale della bonta’ di una proposta per un nuova scuola internazionale di dottorato. Argomento: le scienze e tecnologie dell’informazione geografica (GIS), perlopiu’ software che consentono la visualizzazione e l’analisi su mappa di un paesaggio, di una citta’ e di qualunque altra entita’ che abbia una componente geografica.

La missione si e’ rivelata piu’ ardua di quanto tutti ci potessimo augurare. La commissione, costituita da esperti americani e inglesi, non ha perso tempo a porre le domande piu’ basilari e difficili: in che modo si favorira’ il lavoro collaborativo tra i ricercatori? Quali sbocchi professionali dopo il dottorato? Perche’ il GIS e’ importante per il mondo e perche’ la ricerca accademica e’ importante per il suo sviluppo?

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Quale futuro per l’Italia?

October 10, 2010 No Comments»
itly

Italia paese in declino. Se e’ vero che accollarsi un’etichetta negativa puo’ essere semplicistico, ingiusto e demoralizzante, e’ certamente utile capire cosa si puo’ fare per migliorare la situazione.

Mi interrogo sul possibile futuro industriale del paese, sul contributo italiano all’economia globalizzata, sulla tipologia di lavori che saranno presenti sul mercato nazionale tra 10 o 20 anni. Parto da una constatazione allarmante: l’Italia – cosi’ come altri paesi dell’Europa mediterranea – non appartiene ne’ alla fascia dei paesi in via di sviluppo, dove le imprese delocalizzano e sfruttano i bassi costi del lavoro, ne’ alla fascia dei paesi piu’ tecnologicamente avanzati, dove si costruiscono i prodotti e i settori del futuro. Il rischio per il paese, in parte gia’ realta’, e’ quello di essere bypassato.

Fatto salvo i molti casi di alta specializzazione e grande innovazione, il destino dell’industria pesante cosi’ come dei settori manufatturieri classici – tessile/abbigliamento, cuoio/calzature, mobili, metalmeccanica – sembra gia’ segnato: molte imprese stanno gia’ chiudendo, delocalizzando e lasciando quote di mercato ai competitori cinesi o di altri paesi emergenti. La FIAT affossa Melfi e apre in Serbia. Possiamo non ritenerlo giusto, con ottime ragioni, ma la domanda che FIAT e molte altre aziende sono costrette a farsi per rimanere competitive e’: “perche’ l’Italia?”

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