Filippo Dal Fiore

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Gli europei? Sono “cute”, carini

January 17, 2009
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Mi chiedo spesso perche’ per noi Europei sia cosi’ facile criticare gli americani e l’America, con ottime ragioni, eppure continuiamo a centinaia di migliaia a frequentare l’altra sponda dell’Oceano.
Per una volta ho provato a mettermi nei loro panni, in una immaginaria visione del mondo alla rovescia…

The Europeans? They are cute.
Gli Europei? Sono “cute”, carini. A volte fanno tenerezza. Son quelli lì, un po’ vecchio stampo e amarcord, che vanno dietro alle buone maniere, che non disdegnano il perdere tempo coltivando cose come le tradizioni e la cultura. Ma cosa sarà mai la cultura? Credo si riferiscano al loro passato millenario. Eh sì, sono un po’ così, certe volte fanno sorridere. Forse sono semplicemente un po’ ingessati e “all’antica”.

E’ comprensibile che molti americani ci vedano così. Solo quando ti confronti con loro ti rendi conto quando peso abbiano per noi la nostra storia e gli artefatti che la rappresentano, in altre parole quello che noi chiamiamo cultura.
La prima constatazione quando atterro da Boston a Amsterdam o Milano è la presenza di Olandesi e Italiani. Chi sono invece gli americani? Sono bianchi, gialli o di colore? Sono alti o bassi? Come si vestono? Che religione professano? Atterrato in una grande città statunitense, non sarei in grado di rispondere a queste domande. Forse opterei per un generico “un po’ di tutto questo” concludendo che il popolo americano non è comparabile con quelli europei.

Il cemento invisibile che lo tiene insieme non va ricercato nell’identità storico-linguistica e negli artefatti che la rappresentano quanto piuttosto, ancora una volta, nel fatto di essere tutti immigrati in America alla ricerca di una vita migliore. A volte in America ho la sensazione che “siamo tutti nella stessa barca”. Siamo arrivati e continuiamo ad arrivare qui per la stessa ragione; qualcuno di noi crede di essersi preso una cantonata, ma per definizione non possiamo essere infelici dal momento che siamo scappati da una situazione di infelicità, fiduciosi di raggiungere una vita gratificante e dignitosa qui in terra. In America.

Siamo gente che crede nelle proprie possibilità. Siamo americani.
L’ottimismo e la fiducia sono nel nostro DNA, l’intraprendenza e la capacità di sognare sono il nostro braccio armato, Dio è con noi; per questi motivi decidiamo di investire le nostre vite in missioni che faranno grandi noi e il mondo. Ci sacrificheremo, rinunciando a goderci la vita e tralasciando sofisticazioni o sfarzi che non farebbero altro che corrompere l’animo.

Chi arriva dall’Europa rimane inconsapevolmente abbagliato dal senso di solidarietà del “si tira tutti avanti” che si respira nell’aria. E’ affascinato dal gusto per la semplicità e la sostanza e dal rendersi conto che non è importante come vivi e chi sei ma quello che fai. Agli occhi degli americani più convinti, l’Europa di oggi, opulenta, super-ordinata, essenzialmente bianca, dalle 35 ore lavorative e amante del bello e del passato non può che sembrare oziosa, se non un po’ debosciata e codarda.

Gli europei sono quelli che hanno deciso di rimanersene a casa, optando per la vita facile e scendendo a compromessi con la mediocrità e gli antichi privilegi.
Gli europei? Sono “cute”. Carini.

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