Filippo Dal Fiore

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Normativa? No, grazie.

February 17, 2010 No Comments»
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Rifletto su una certa diffidenza della societa’ moderna verso la pianificazione del proprio futuro attraverso divieti e normative. Prendo spunto da alcune recenti esperienze…

Lo scorso aprile sedevo al seminario su “Innovazione nei mercati globali”, organizzato dall’associazione SwissNext a Boston. In quell’occasione, nessuno dei partecipanti accennava a una possibile nuova normativa globale a tutela dell’ambiente e di migliori condizioni lavorative nei paesi piu’ poveri. Come descritto nel mio articolo su “Mercato comune, regole diverse” le multinazionali hanno la liberta’ di spostare le proprie sedi produttive in quei paesi in cui e’ lecito inquinare di piu’ e chiedere di piu’ a una manodopera poco protetta.

Lo scorso dicembre partecipavo alla tavola rotonda su “Mobilita’ eco-sostenibile in montagna”, per il ciclo SWOMM, a Genova. In quell’occasione, venivano proposte molte soluzioni: un trenino ecologico per esplorare le valli al posto della propria automobile; una piu’ intelligente pianificazione della rete viaria; l’affitto di biciclette tecnologiche che vanno da sole. Nessuno dei partecipanti, eccetto me, ha posto la questione in termini di normativa: non si potrebbe bandire l’accesso ai centri di montagna ai veicoli che inquinano oltre un certo livello?

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Un brusco atterraggio

February 7, 2010 No Comments»
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The hard landing, il brusco atterraggio.
Mi viene in mente questa pregnante metafora quando penso al ciclo attuale del governo Obama. Passata la lunga fase di idealismo e messaggio universale raccolto con entusiasmo in tutto il mondo, chi volava alto si ritrova improvvisamente con le alti schiacciate per terra. Ed e’ probabilmente disorientato sulle nuove posizioni da adottare.

I recenti sviluppi nel rapporto USA-Cina in qualche modo riassumono bene tale parabola. Tutto comincia quando Barack Obama conduce la sua prima visita di stato a Pechino: proclama parita’ nella relazione e rispetto reciproco. Tali posizioni, mantenute in altre visite nel mondo, gli frutteranno il premio Nobel per la pace.
Poi arrivano la minaccia nucleare in Iran e il summit mondiale sul clima. In entrambi i casi, la Cina non coopera: rifiutandosi di condannare l’operato di Teheran e giocando al ribasso sull’accordo di Copenhagen. Il canale di fiducia aperto da Obama non e’ stato corrisposto. E adesso che cosa si fa?
L’altro giorno apprendo che l’amministrazione Obama approva la vendita di una partita d

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La difficile ricerca della certezza

January 20, 2010 No Comments»
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Padova. Una madre, un padre e un figlio di 20 giorni.
Ti svegli di notte, il piccolo ha la febbre, sale a 39, nell’incertezza corri all’ospedale. Diagnosi: trovata quantita’ ridotta di batteri Escherichia Coli, probabile infezione delle vie urinarie, ma non si possono escludere problemi renali piu’ gravi. Azione: immediata ospedalizzazione, della durata di una settimana, per piccolo e madre; cura antibiotica di 6 mesi al piccolo, per mantenere condizioni necessarie affinche’ un esame renale successivo vada a buon fine. L’esame avra’ esito negativo. Il padre sono io.

Padova. Una madre, un padre e un figlio di 1 anno e 20 giorni.
Dolori persistenti alla bocca dello stomaco per la madre, dopo i pasti serali e di notte. Chiami l’ospedale. Diagnosi telefonica: potrebbero essere molte cose. Azione: facciamo tutti gli esami possibili per verificare le condizioni dell’area corporea in questione; facciamo anche un’ecografia e una gastroscopia, non si sa mai.
Siamo in attesa degli esiti. Il padre sono sempre io. Vi sto raccontando la mia limitata recente esperienza con il mondo ospedaliero in Italia.

Qui reparto: nell’incertezza, pregasi fare tutto il possibile.
Lente di ingrandimento sulla parte dolorante, meno interesse verso quello che vi sta intorno: interdipendenze con altri organi, con la psiche, con la storia del paziente. Pubblicazioni scientifiche alla mano, la diagnosi medica si appoggia su un calcolo delle probabilita’ e lo 0.001% non puo’ escludere un’eventualita’ negativa. E’ necessario controllare, anche se il paziente ricade appena al di fuori del campione a rischio.

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Copenhagen mostra i suoi limiti: e adesso che si fa?

December 19, 2009 No Comments»
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Ed e’ cosi’ che il summit di Copehagen tradi’ le aspettative e i bisogni del mondo. Sembra che l’accordo non preveda ne’ un tetto massimo di emissioni inquinanti, ne’ una data limite per raggiungere alcuni obiettivi, ne’ sanzioni che vincolino i paesi a rispettare gli impegni.

Cosa potevamo aspettarci da un consesso di 192 paesi che operano in regime di competizione economica tra loro? Forse e’ gia’ un risultato straordinario il fatto che cosi’ tanti capi di stato siano accorsi a Copenhagen, riconoscendo l’importanza del problema e la necessita’ di fare qualcosa, anche a scapito di limitare la competitivita’ delle proprie aziende e la capacita’ di creare lavoro per le persone che rappresentano. In un certo senso, non e’ tanto colpa loro se non l’accordo non ci porta molto lontano, ma del sistema in cui si trovano ad operare.

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Copenhagen tornasole del mondo

December 17, 2009 No Comments»
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Copenhagen, 17 dicembre 2009.
I leader stanno per arrivare, comincia il conto alla rovescia verso la conclusione di COP15, inedito summit sui cambiamenti climatici. Il mondo e’ in bilico, l’opportunita’ e’ unica per prendere decisioni in grado di riportare il pianeta su una rotta sostenibile.

Le tensioni negoziali dei giorni precedenti fanno presagire che l’evento potra’ passare alla storia come “fallimento” piuttosto che come “successo”: le aspettative sono grandi, ma sembra un test fin troppo difficile per una tavola rotonda di 192 paesi chiamati ad essere tutti d’accordo sul da farsi.

Il punto piu’ delicato delle negoziazioni riguarda da una parte l’esborso di fondi per combattere il surriscaldamento globale, dall’altra il contenimento di quello sviluppo economico inquinante che continua a contribuirvi. Il problema e’ sorprendentemente chiaro:

- il clima sta cambiando anche per colpa delle attivita’ umane;
- il cambiamento del clima ha conseguenze devastanti, specialmente sui paesi del Sud del mondo che meno hanno contribuito a generarlo;
- e’ necessaria una rivoluzione tecnologica “verde”, insieme alla messa a punto di nuovi incentivi per inquinare meno, insieme al cambiamento comportamentale di tutti.

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